IL PALAZZO
Palazzo Minucci De Carlo
Grande, imponente, maestoso: così i Minucci volevano che fosse il proprio palazzo, perché doveva distinguersi da tutto il resto e dimostrare pubblicamente la magnificenza del loro casato.
Ed infatti l’edificio, per dimensioni e stile, emerge in modo quasi prepotente rispetto a quelli adiacenti, che costeggiano uniformemente la strada principale della città, imponendosi, per gerarchia e novità architettonica, nell’ambito urbano quasi a voler così rappresentare visivamente l’importanza della famiglia Minucci nel contesto storico di Serravalle, e non solo. (…) Il palazzo, dunque, risulta nel suo complesso urbanisticamente ed architettonicamente importante, e quindi adeguato alla famiglia Minucci, la quale aveva rapporti diretti con la Repubblica di Venezia, il Papato e l’Impero, disponeva di enormi risorse e poteva vantare come suoi membri illustri ecclesiastici e militari, diplomatici e imprenditori, medici e letterati.
Tra questi, la figura di maggior spicco è stata sicuramente quella di Minuccio Minucci. Nato a Serravalle il 17 gennaio 1551, Minuccio studiò legge a Padova ed iniziò presto la sua carriera di diplomatico della Santa Sede, che lo portò in diversi paesi d’Europa, soprattutto in Germania. Tra i numerosi incarichi ricevuti, ed ottemperati sempre con grande energia e generosità, ci furono quello della Segreteria di Stato Vaticana per la Germania ed i paesi orientali con i Papi Innocenzo IX e Clemente VIII e poi quello di Arcivescovo di Zara, come lo era stato già lo zio Andrea. Più volte egli sembrò vicino alla nomina a cardinale, che però non avvenne mai. Nel 1603 si ritirò presso il Santuario di Santa Augusta, sulla collina sopra Serravalle, dove il 18 marzo scrisse il proprio testamento. (…) Minuccio morì poi di polmonite il 7 marzo 1604 a Monaco di Baviera, dove si trovava ospite dei Duchi di Wittelsbach, casato al quale egli era sempre stato molto legato, rendendo ottimi servigi e ricevendo costante sostegno, il cui stemma infatti campeggia sulla facciata del palazzo. (…) Fu lui a far costruire per la propria famiglia, a partire dagli ultimi anni del ‘500, questo palazzo, nell’area del giardino della vecchia residenza dei Minucci che si trovava di fronte, sull’altro lato della strada, dove ora vi è la piazza. (…)
Dopo più di tre secoli, il palazzo passò alla famiglia Gera di Conegliano: l’ultima discendente dei Minucci, Giulia Maria Giuseppina Marina, sposò infatti Giovanni Battista Gera; da questo matrimonio nacque Bartolomeo Francesco Gera, che nel 1849 vendette il palazzo a Giuseppe De Carlo, commerciante originario di Rizzios di Calalzo di Cadore, bisnonno di Camillo.
Testo tratto da: Francesca Costaperaria, Camillo De Carlo e il suo Palazzo. Il fascino di un personaggio, l’incanto di un luogo, IAM Edizioni, Vittorio Veneto 2018.